Arte e Tradizioni



In occasione di "Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023", la Federazione Italiana Campeggiatori Lombardi e la Confederazione Italiana Campeggiatori, con la particolare collaborazione dei Club Lombardi, hanno organizzato, per il periodo dal 27 aprile al 1° maggio 2023, un Raduno Nazionale, in località lago d'Iseo (Bs), allo scopo di approfondire la conoscenza del patrimonio storico, architettonico, artistico e folkloristico delle due città e del territorio limitrofo.
Ho ritenuto opportuno pubblicare il seguente articolo relativo alla "Accademia Carrara di Bergamo" la cui visita rientra nella programmazione del raduno.


ACCADEMIA CARRARA
BERGAMO

di Pio Rotondo




Breve storia

L'Accademia Carrara fu fondata a Bergamo nel 1796 grazie alla generosità del lascito del conte Giacomo Carrara (1714-1796), colto collezionista d'arte, la cui ricchissima raccolta di dipinti, disegni e stampe costituisce il nucleo primario dell'attuale pinacoteca. Accanto alla Galleria il conte bergamasco fece istituire anche la Scuola d’Arte, attualmente ancora attiva.

Giovanni Bellini
Madonna di Alzano
1485

La gestione delle due istituzioni venne, all'epoca, affidata ad un organismo composto da esponenti dell'aristocrazia della città: soltanto dal 1958, l'Accademia è gestita dal Comune di Bergamo.

L'Accademia Carrara è detta, "Museo del Collezionismo", in quanto tutte le sue raccolte sono donazioni da parte di privati, che ne hanno voluto accrescere il patrimonio artistico lasciando, a disposizione della città, stampe, quadri, disegni, sculture, raccolte di oggetti d'arte e singole opere, mobili, oggetti di arti minori: fondamentali i lasciti del conte Guglielmo Lochis (1866), del senatore Giovanni Morelli (1891), dello storico dell’arte Federico Zeri (1998).

Attualmente, il patrimonio del museo conta in totale circa 1800 dipinti, più di 3000 disegni, oltre 8000 stampe, oltre a sculture, mobili e oggetti di arti minori.

Rinnovata da un recente allestimento in occasione della nomina della città di Bergamo - insieme a Brescia - a "Capitale Italiana della Cultura 2023", il percorso espositivo, organizzato in sedici sale, copre cinquecento anni di storia pittorica con punte altissime tra Botticelli, Raffaello, Mantegna e altri.

Uno straordinario viaggio nella storia dell'arte italiana, dall'inizio del Quattrocento alle soglie della modernità.

Alcune opere in esposizione

Antonio Pisano detto Pisanello
Ritratto di Leonello d'Este
1441 circa

L'opera raffigura Leonello d'Este, Marchese di Ferrara, abile politico e uomo di cultura.
Con i suoi canoni da medaglista, il Pisanello ha immortalato i tratti del marchese Leonello, raffigurandolo di profilo, simile ai ritratti delle monete imperiali romane.
Leonello si mostra con fierezza contro lo sfondo blu scuro del cielo, in uno spazio reso più profondo dalla siepe di rose alle sue spalle.

Andrea Mantegna
Madonna col Bambino
1490 circa

La scena mostra la Vergine che tiene in braccio il bambino, che si aggrappa al suo collo.
Mentre la Donna guarda in un punto indefinito dinanzi a sé, il piccolo alza lo sguardo al cielo tenendo la guancia su quella di sua madre.
Le due figure, sebbene si abbraccino affettuosamente, non si guardano, e, in particolare, lo sguardo della Madonna appare pensoso, forse sembra presagire il futuro del figlio.
Il bambino indossa un braccialetto rosso corallo al polso che richiama le gocce di sangue che dovrà versare per la redenzione dell'umanità dal peccato.



Sandro Botticelli
Storie di Virginia
1498 circa

La storia dipinta sulla tavola da Botticelli è tratta dal libro dello scrittore latino Tito Livio "Ab urbe condita", ed ha per tema l'onore violato e la fedeltà coniugale.
Nel 450 a.C., Appio Claudio, decemviro, cercò di appropriarsi di Virginia, una bella ragazza plebea, già fidanzata, e figlia del centurione Virginio, impegnato in una campagna con l'esercito romano.
Attraverso un sotterfugio, Appio Claudio riuscì a rendere sua schiava Virginia, e saputa questa notizia, Virginio tornò rapidamente in patria cercando di sistemare la situazione. Il tentativo non ebbe successo, e così il soldato, per sottrarre la figlia Virginia al disonore, la uccise.


Raffaello Sanzio
San Sebastiano
1502

In quest'opera, Raffaello sceglie di rappresentare il santo attraverso un'iconografia insolita. Se tradizionalmente viene raffigurato nudo, con le frecce nelle carni, simbolo del martirio, qui è ritratto a mezzo busto, avvolto da eleganti vesti decorate, con un'espressione languida che guarda davanti a sé, senza però incrociare lo sguardo dell'osservatore. Con la mano destra tiene una freccia, simbolo del suo martirio, ma il santo la maneggia come se fosse una grande penna.



Lorenzo Lotto
Nozze mistiche di Santa Cateriaba d'Alessandria
1523

Protagonista della tela è Santa Caterina d'Alessandria d'Egitto, vergine e martire, vissuta verso la fine degli anni 200. Caterina era una bella giovane egiziana che venne chiesta in sposa da molti uomini importanti, ma non aveva mai voluto sposarsi, sostenendo di esserlo già con il Cristo, e per questa ragione fu martorizzata.
Santa Caterina, al centro della scena, inginocchiata, riceve dal Bambino, sulle gambe di Maria, l'anello nuziale, che la fa' sposa di Cristo.
Sulla sinistra si scorge un uomo vestito in abiti cinquecenteschi. Si tratta del mercante bergamasco Niccolò Bonghi: committente del quadro.


Francesco Hayez
Caterina Cornaro riceve l'annuncio della sua deposizione
1842

Caterina Cornaro era divenuta regina del regno di Cipro nel 1474. La sua vicenda a Cipro ebbe fine nel 1489, quando la repubblica di Venezia decise che non poteva più esserne la regina, e di comunicarle la notizia incaricò il fratello Giorgio Cornaro.
Caterina apprende dal fratello la notizia di essere stata cacciata dall'isola. Giorgio Cornaro è in piedi, di fronte a lei, e con la mano destra tiene aperta la finestra centrale, indicando col dito in lontananza la bandiera di Venezia, che ormai svetta sulla roccaforte dell'isola di Cipro.
Dietro la regina si trovano tre ancelle che hanno uno sguardo di stupore e di incredulità, come se non potessero credere a quello che sta succedendo.


Giuseppe Pellizza da Volpedo
Ricordo di un dolore – Ritratto di Santina Negri
1889

Nel 1889, il pittore si trovava a Parigi per visitare l'Esposizione universale, quando apprese della morte repentina della sorella Antonietta. Rientrato immediatamente a Volpedo, volle rappresentare, con questo quadro, la sua sofferenza.
L'opera raffigura una giovane donna, la modella Santina Negri, che, leggendo un piccolo libro, ricorda un fatto doloroso.
Solo in un secondo momento il pittore aggiunse la rappresentazione di una viola del pensiero essiccata tra le pagine aperte in mano alla ragazza, allo scopo di dare maggiore enfasi al momento tragico.