RIUNIONE PRESIDENTI DEI CLUB LOMBARDI
Garlate (LC) - 18 novembre 2017
Il giorno 18 novembre 2017, si è svolta a Garlate (LC), presso il Ristorante "Isla de la Tortuga", l’annuale riunione dei Presidenti di Club lombardi aderenti alla Federcampeggio.
La riunione, organizzata dalla Federcampeggio Lombardia e presieduta dal Presidente Regionale Adriano Cremonte, ha avuto per oggetto "Crisi dell’associazionismo: flessioni delle iscrizioni e mancanza di ricambio nelle dirigenze"
Il Club Challenger & Chausson ha partecipato all’evento rappresentato dall'ex Presidente Pio Rotondo, che durane la discussione ha effetuao il seguente intervento.
CRISI DELL'ASSOCIAZIONISMO
NEL TURISMO ITINERANTE
di Pio Rotondo
Challenger & Chausson Camper Club Italia
Sig. Presidente, Gentili Colleghi.
Premesso che il tema è ampio, complesso, direi contorto e che non ho facili soluzioni a queste problematiche, ma consentitemi alcune considerazioni che desidero confrontare con le vostre esperienze e con le vostre idee in proposito.
Il trend negativo delle iscrizioni nei nostri Club è un fenomeno che si registra già da qualche anno e che noi abbiamo associato, e quindi giustificato, con la crisi economica in atto.
Oggi sembra che le cose stiano cambiando, c'è qualche accenno di ripresa, anche nel particolare settore camperistico. Mi riferisco all'attuale mercato dei veicoli ricreazionali le cui vendite hanno registrato nell'anno scorso un significativo aumento. Si pensi che le immatricolazioni di nuovi camper nel 2016 sono state circa il 14% in più dell’anno precedente. Questo sta a testimoniare che la voglia di camper e di viaggi in libertà c’è, non si ferma, anzi si rafforza.
Allora, perché mai le iscrizioni ai Club continuano a diminuire?
Personalmente, non ho mai creduto che la crisi economica fosse l'unica causa del fenomeno delle iscrizioni in calo. Ho maturato alcune considerazioni in proposito, ma ovviamente restiamo nel campo delle ipotesi personali.
A mio parere, alcune ragioni si possono rintracciare in certe modifiche sociali che vanno consolidandosi e che riguardano in particolar modo la famiglia di oggi, alla sua organizzazione, alla vita super impegnata dei figli (diverse attività extrascolastiche) e molto travagliata dei genitori, divisi tra lavoro, casa e figli, con tutti i problemi connessi.
Inevitabilmente una vita tanto affannosa incide sui rapporti sociali e facilita una tendenza alla chiusura in sé stesso del nucleo familiare, si avverte sempre meno il bisogno di incontrarsi con altri per confrontarsi, spesso ci si rifugia in incontri virtuali e i social la fanno da padroni.
Indubbiamente questo trend potrebbe aver modificato i gusti dei camperisti tanto che la maggior parte di loro preferisce non legarsi ad una associazione, ma vivere una vita in camper da soli o in compagnia di pochi amici.
Ma, d'altro canto, probabilmente il Club non è più in grado di soddisfare i loro bisogni.
Ma quali sono questi bisogni e cosa dovrebbero fare i Club.
La realtà delle associazioni camperistiche è quanto mai diversificata, almeno questo è quanto ho potuto capire in incontri o conferenze a cui ho partecipato. Con una certa semplificazione potremmo classificare i Club in:
- quelli che organizzano lunghi viaggi,
- quelli che gestiscono aree di sosta, camping o simili,
- quelli che organizzano raduni il più delle volte in w.e. o sfruttando qualche ponte.
Ho la sensazione che sono proprio questi ultimi che maggiormente soffrono la situazione attuale.
È stato detto nella Conferenza dei Club a Roma che la partecipazione ai raduni interessa sempre di meno, che, se vogliamo che il Club sopravviva, ai soci bisogna offrire principalmente servizi.
È una affermazione che va presa in considerazione e seriamente analizzata.
Dall'esperienza maturata nell'ambito del club al quale appartengo, posso dire che nel Forum prima, ma principalmente su Facebook poi, si ottengono un buon numero di registrazioni al profilo del Club, ma poi di questi solo qualcuno passa all’iscrizione al Club. E la richiesta qual è? Consigli sull'acquisto del Camper, informazioni su come risolvere qualche problema al motore o alla meccanica o alla cellula del proprio camper, o indicazioni su aree di sosta, campeggi, o altre notizie turistiche, riguardanti luoghi che si intendono visitare; si badi bene da soli, o con qualche amico, non con qualche associazione.
Si evince che ciò che richiedono questi camperisti, si può risolvere con qualche breve discussione sui social senza l'impegno di una iscrizione al Club.
Ma allora i Club, come la maggioranza di quelli qui presenti, che basano la loro attività principalmente con l’organizzazione di eventi, normalmente brevi, come devono comportarsi?
Certo non si può pensare che debbano snaturarsi, ma pur lasciando l'organizzazione di eventi la loro principale attività, i Club devono comunque pensare di mettere a punto qualche cambiamento, ad esempio diversificando le proposte, le modalità, l'organizzazione.
Se così non fosse, potrebbero essere paragonate a quelle aziende che per anni producono sempre lo stesso prodotto senza mai uscire sul mercato con nuovi modelli. Un'azienda simile è destinata inevitabilmente alla chiusura. Per sopravvivere deve tastare continuamente il polso al mercato, coglierne le variazioni, e adeguarsi ai suoi mutamenti.
Sono a conoscenza di Club in cui i singoli eventi, di anno in anno, si susseguono sempre uguali, sempre della stessa specie, secondo una religiosa procedura.
Penso che comunque i gusti, compresi quelli dei camperisti, si stiano sempre più raffinando, gli utenti cercano prodotti di qualità sempre migliore, allora anche i Club si devono orientare verso un costante miglioramento qualitativo delle proposte e delle offerte che portano agli associati.
Parlando di recente con alcuni amici camperisti, mi dicevano che è opportuno alzare il tiro, concretizzare proposte "nuove" che diano "nuove" prospettive.
In un mio precedente intervento, ho sostenuto che bisogna avere la capacità di creare valore per i nostri associati, compattarli intorno ad un’idea, dare loro uno scopo, un senso per continuare ad essere club, cioè una struttura stimolante, non solo un gruppo di amici che si incontrano al solo scopo di stare insieme, magari intorno ad una tavola imbandita.
Leggevo che l’APC (Associazione Produttori Caravan e Camper) sta avviando collaborazioni con alcune realtà museali italiane, tra cui ad esempio il MANN, il Museo archeologico nazionale di Napoli (citazione non a caso…), allo scopo di rafforzare il rapporto tra cultura e turismo. Può la Confederazione attivarsi in tale direzione? È possibile prendere contatti con realtà locali allo scopo di pubblicizzare le loro iniziative (ricreative, enogastronomiche, culturali) mettendo a disposizione strutture, pubblicazioni e/o persone.
È auspicabile che il prossimo Presidente e il prossimo Consiglio direttivo della Confederazione si facciano carico anche di questo problema, e che, unitamente alle Federazione regionali, svolgano una azione di supporto e di stimolo per i Club, per un miglioramento e una diversificazione dell’offerta.