Turismo e Cultura





Abbazia di Montecassino
Faro della civiltà occidentale

di Pio Rotondo




L'Abbazia di Montecassino è uno dei luoghi di culto più importanti d'Italia.
È un monastero benedettino sito sulla sommità di Montecassino, nel Lazio, a 516 metri sul livello del mare, fondato nel 529 da San Benedetto da Norcia.

San Benedetto da Norcia

Benedetto nasce a Norcia, intorno al 480, in una famiglia agiata. Il futuro eremita ha una sorella gemella, Scolastica anche lei proclamata santa.
I genitori lo mandano a Roma per assicurargli un'adeguata formazione, ma qui trova una situazione eccessivamente corrotta, e allora decide di lasciare la città e di ritirarsi dal mondo. Sceglie Subiaco come luogo di eremitaggio, dove vive per tre anni in una grotta, destinata a diventare il cuore del monastero benedettino "Sacro Speco". Attorno al 529, lascia Subiaco per recarsi a Montecassino, dove, tra le rovine di un'antica acropoli pagana, unitamente ad alcuni suoi discepoli, costruisce la prima abbazia di Montecassino.
Qui, San Benedetto muore il 21 marzo del 543, ma il giorno a lui dedicato è però l'11 luglio.

L'Abbazia e la Porta Pax.
Conosciuta anche come Ingresso del Pellegrino, era l'entrata principale all'Abbazia.
Risale al periodo medioevale, ed è qui che i monaci accoglievano i pellegrini che stavano seguendo il sentiero della città sottostante.
Sul portale lo stemma abbaziale.


La Regola

A San Benedetto sono stati attribuiti molti miracoli. Ma il miracolo più duraturo del padre dell'ordine benedettino è la composizione della "Regola", scritta intorno al 530 d.C.
É un manuale, un codice di preghiera per la vita monastica, compendiata dal celebre motto "ora et labora" (prega e lavora). San Benedetto suggerisce di articolare la giornata con momenti di studio e di lavoro. Per i confratelli studiare e pregare è indispensabile quanto lavorare. Dedicarsi ai lavori manuali aiuta a non cadere nell'ozio ma anche a rispondere, con l'esempio, alla parola di Dio.
Una regola, come afferma Papa Benedetto XVI, che mutò nel corso dei secoli il volto dell'Europa, suscitando dopo la caduta dell'unità politica creata dall'Impero Romano, una nuova unità spirituale e culturale, quella della fede cristiana, condivisa dai popoli del continente. È nata proprio così, conclude il Pontefice emerito, la realtà che noi chiamiamo Europa.

Chiostro di Ingresso o Meridionale. In quest'area sorgeva l'antico tempio dedicato ad Apollo. San Benedetto lo riadattò ad oratorio per la preghiera comunitaria dei monaci, dedicandolo a San Martino, vescovo di Tours.
Nei lavori di ricostruzione del 1953, dopo i bombardamenti della II guerra mondiale, furono ritrovate le tracce delle fondamenta originarie di questo oratorio.

La morte di San Benedetto.
Secondo quanto scritto dal suo biografo, S. Gregorio Magno, proprio in questo oratorio il Santo di Norcia trovò la morte "in piedi sorretto dai monaci dopo l’eucarestia".
Questo episodio è ricordato dal gruppo bronzeo, al centro del Chiostro di Ingresso, opera dello scultore Attilio Selva, e dono del cancelliere tedesco Konrad Adenauer.

Mosaico del Cristo tra la Madonna e San Martino. Disegnato da Frate Vignanelli, si trova sotto il porticato del Chiostro di Ingresso.


Storia dell'Abbazia

Era il 529, quando San Benedetto da Norcia decise di trasferirsi a Montecassino con i suoi seguaci di Subiaco. Qui, sul monte Cairo, a 519 metri sul livello del mare, su una zona dove sorgeva un'antica torre ed un tempio dedicato ad Apollo, costruì un monastero.
All'epoca, il paganesimo era ancora molto forte, ma Benedetto ebbe il coraggio di trasformare quel posto sperduto in un luogo di culto cristiano. Divenne un grande centro di cultura per tutto il Medioevo: ivi i monaci trascrivevano libri, c'erano scuole miniaturistiche, biblioteche e archivi.

Chiostro del Bramante.
Detto anche di Sant'Anna, è adiacente al chiostro d'ingresso, diviso da uno dei colonnati.
Realizzato nel 1595, in esso si nota lo stile dell'architetto rinascimentale.
Quello attuale è una ricostruzione successiva al bombardamento, ma rispecchia in tutto l'antico modulo architettonico.
Al centro del cortile inferiore c'è una cisterna ottagonale con due colonne in stile Corinzio che sostengono la decorata trabeazione nella parte superiore.

Chiostro del Bramante - La Statua di San Benedetto.
Ai piedi della scalinata sono poste due statue.
A sinistra, San Benedetto, rimasta quasi indenne nell'ultima distruzione, è dello scultore Paolo Campi di Carrara del 1735. Alla sua base si legge l'iscrizione: "Benedictus qui venit in nomine Domini (Benedetto colui che viene nel nome del Signore)".


Chiostro del Bramante - La Statua di Santa Scolastica.
Era la sorella gemella di San Benedetto.
La statua è una copia di quella originale, anch'essa del Campi, distrutta dai bombardamenti.
Riporta l'iscrizione: "Veni columba mea, veni coronaberis (Vieni, o mia colomba, vieni, sarai coronata)".


Chiostro del Bramante visto dall'alto della gradinata.
In fondo, la loggia del Paradiso, dove lo sguardo si apre verso la pianura del Liri e degli Aurunci, fin oltre Pontecorvo.
Da qui, volgendo lo sguardo verso destra, si vede il Cimitero di Guerra Polacco.
Dall'alto della gradinata si accede al Chiostro dei Benefattori.


Purtroppo, nel corso della sua storia, l'abbazia di Montecassino è stata distrutta ben quattro volte, tre per mano degli uomini ed una per cause naturali.
La prima distruzione del monastero risale al 580, per mano dei Longobardi, e la comunità dei monaci, con le spoglie del Santo fondatore, dovette ripararsi prima a Roma, e poi a San Colombano a Bobbio. Fu, poi, ricostruito nel 718 su iniziativa dell'abate bresciano Petronace.
La seconda distruzione, invece, avvenne per opera dei Saraceni nell'883, venendo riedificata per volere di Papa Agapito II solo nel 949.
Distrutta da un violento terremoto nel 1349 venne ricostruita nel 1366 per assumere l'aspetto di un monumento barocco napoletano.

Chiostro dei Benefattori.
Eretto poco dopo il 1510 su disegno di Antonio da Sangallo il Giovane, è costituito da un portico con colonne di granito, e al centro vi è una cisterna ottagonale.
È chiamato dei "Benefattori" perché sotto al portico sono disposte 24 grandi statue di Papi, Santi o Re a cui i monaci portavano riconoscenza avendo, nel corso dei secoli, concesso protezione o aiuti materiali al Monastero.
Dal Chiostro, tre porte bronzee immettono nella Basilica.


Il colpo più duro che le è stato inferto è datato 15 febbraio 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale.
In poco meno di tre ore un feroce bombardamento dell'esercito alleato, nella convinzione, solo in un secondo momento rivelatasi falsa, che il suo interno fosse occupato dai tedeschi, la distrusse completamente, riducendola a un ammasso di macerie, e molti civili che si erano rifugiati nel monastero trovarono la morte.

La Basilica di Santa Maria Assunta e San Benedetto abate.
L'interno della Cattedrale è un trionfo di Barocco. Presenta una pianta a croce latina con tre navate.
Al centro del Presbiterio si trova l'Altare maggiore.
Quasi completamente distrutta dai bombardamenti del 1944, è stata ricostruita secondo le linee architettoniche e decorative sei-settecentesche attribuite all'architetto e scultore Cosimo Fanzago.
Dietro l'Altare Maggiore è posizionata la tomba di San Benedetto e Santa Scolastica.

Nella Cupola che sovrasta il Presbiterio, gli affreschi del XVII secolo sono andati perduti, e sono stati sostituiti da quelli di Pietro Annigoni. Rappresentano episodi della vita di San Benedetto.
Nei tondi del tamburo sono raffigurati i Fondatori degli ordini monastici che hanno seguito la Regola benedettina.

Nella controfacciata della Basilica, l'affresco "San Benedetto da Norcia in Gloria" di Pietro Annigoni (1978).
Si notano, tra gli altri, i Papi Gregorio Magno (primo biografo di San Benedetto), Paolo VI (che nel 1964 riconsacrò la Basilica e proclamò San Benedetto Patrono principale d'Europa) e Vittore III (già abate Desiderio, artefice dello splendore di Montecassino nel secolo XI), il Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster (Arcivescovo di Milano durante il periodo bellico), e nell'angolo a destro, il pittore stesso.


I lavori di restauro furono realizzati dal 1948 al 1956.
Fu l'abate Ildefonso Rea a presiederli, e volle riedificare il monumento sulla base del modello architettonico del '600-'700 che ne aveva decretato la grandiosità e la monumentalità, utilizzando il più possibile il materiale marmoreo recuperato dalle macerie.
La consacrazione della nuova basilica avvenne il 24 ottobre 1964, alla presenza di papa Paolo VI. Il Pontefice proclamò San Benedetto patrono primario d'Europa.

La Cripta.
Si trova al di sotto della Basilica, ed è ricca di decorazioni e mosaici d'oro, magenta e blu cobalto che ricordano molto le chiese bizantine.
Fu realizzata nel 1544 con uno scavo nella viva roccia della montagna, e, per questo motivo, il bombardamento del 15 febbraio 1944, non riuscì a distruggerla.
La cappella centrale ospita le statue fuse nel 1959 di San Benedetto e Santa Scolastica che sorvegliano i due sarcofagi che, però, non contengono le spoglie dei due santi; queste sono, infatti, custodite nell'altare maggiore della Basilica.


L'Abbazia di Montecassino oggi

Oggi, è possibile entrare e visitare l'Abbazia, con i suoi tre chiostri, la grande scalinata, la Basilica con la Tomba di San Benedetto da Norcia e Santa Scolastica, la Cripta.

L'Abbazia di Montecassino è stata chiamata il "Faro della civiltà occidentale" per la sua importanza religiosa e culturale durante i secoli, e anche la "Città martire" per aver subito gli ingenti bombardamenti del 1944.
Come una fenice, è risorta per la quarta volta dalle ceneri, o meglio come è scritto nel suo motto
"Succisa Virescit" ("recisa alla base, torna a rinverdire")
...ed è meta di pellegrini e turisti che numerosi la visitano.

Cimitero militare polacco

Cimitero Militare Polacco.
Si trova a poche centinaia di metri dal Monastero.
Qui giacciono 1051 soldati polacchi che persero la vita nei combattimenti precedenti la liberazione di Montecassino avvenuta nel maggio del 1944.
A loro memoria si innalza un obelisco con una iscrizione in polacco:
"Per la nostra e la vostra libertà / Noi soldati polacchi / Abbiamo donato le nostre anime a Dio / I nostri corpi al suolo italiano e i nostri cuori alla Polonia".




Dove sostare col Camper

Area Sosta Camper
Parking Europa Cassino
Via Agnone, 5, 03043 Cassino FR
Telefono: 0776 22059
Camper Service – Servizi – Docce
Aperto tutto l'anno
L’Abbazia si può raggiungere con autobus di linea
oppure direttamente in Camper.
La strada è pendente e con tornanti, ma sufficientemente larga.





Foto: pio