Diari di Viaggio




SALISBURGO
25 - 28 aprile 2019

di Elia Patalano



"Un libro dal passato molto denso di avvenimenti"

così Margarete Wallmann (1904–1992), ballerina, coreografa e regista d'opera austriaca disse della città, a volerne esaltare la sua appartenenza alla storia e alla fastosità dell’impero austro-ungarico.

Mi piace sempre entrare in Austria: mi sento accolta dalla maestosità delle montagne, quest’anno ancora innevate, e mi immergo nel verde del panorama che cambia tonalità e sfumatura a seconda della luce e del sole. Mi sembra un posto quasi magico, per me che vengo da una città affollata.
Arriviamo a metà mattinata a Salisburgo, evento organizzato dal Camper Club "Gruppo Campeggiatori Itineranti" di Nova Milanese dal 25 al 28 aprile 2019, dove pernottiamo all’aria di sosta Reisemobilstellplatz in Carl-Zuckermayer-Strasse, 26: accogliente, ben messa, una piccola sala caffè dove potersi trattenere, buoni servizi (wc, docce, lava-asciugatrici, lavelli per stoviglie) e tre possibilità di camper service. Tutto nuovo e ben tenuto. 
Il bus per la città ferma davanti all’area sosta ed è frequente.

Alla reception acquistiamo la Salzburg Card, e, dopo un rapido spuntino, ci avviamo in città, considerando che la maggioranza delle attrazioni si trovano nel centro storico e si raggiungono facilmente a piedi, e tenendo conto che la chiusura di vari monumenti è prevista tra le ore 17 e le 18.

Salisburgo sorge in una vasta conca, attraversata dal fiume Salzach, e si è sviluppata tra due collinette. Il suo nome Salzburg in tedesco significa "castello del sale" e deriva dalle miniere di salgemma che sono state per molti secoli l’economia portante della città.

La città ha una lunga storia come fervente centro artistico e culturale, dal 1996, il suo centro è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO:
- per la sua storia di città-stato governata da un principe-arcivescovo;
- per il suo capitale artistico e culturale, che preserva e promuove in tante manifestazioni, quale il Festival di Salisburgo dedicato alla musica classica ed operistica. D’altronde, Salisburgo è la città natale, tra gli altri, di Wolfang Amadeus Mozart e di Herbert von Karajan;
- per il suo ricco tessuto urbano sviluppato dal Medioevo al XIX secolo, molto ben conservato, valorizzato dall’eleganza di raffinate costruzioni in stile barocco.

Wolfang Amadeus Mozart

Wolfang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791), sin da bambino, dimostrò un talento per la musica straordinario: all'età di cinque anni iniziò a comporre piccoli pezzi; a sei anni era già in grado di esibirsi in pubblico. Viaggiò e tenne concerti nelle principali città europee. Nel 1781 si trasferì a Vienna.

L'anno seguente, ebbe luogo con successo la prima rappresentazione del "Il Ratto dal Serraglio", primo importante capolavoro del genere del "singspiel". Nella vicenda trovano espressione le idee umanitarie e cosmopolitiche, improntate alla tolleranza, proprie dell'Illuminismo. Nel 1784 entrò ufficialmente nella Massoneria in qualità di apprendista, successivamente fu elevato al grado di Compagno e poi a quello di Maestro.
L'appartenenza massonica di Mozart non fu solo per adesione formale, ma traeva fondamento in profondi convincimenti esoterici e spirituali, che influenzarono la sua musica.

Nacquero i grandi capolavori della maturità: accanto alle maggiori opere sinfoniche, cameristiche e religiose, si posero le grandi prove drammatiche, quali "Le nozze di Figaro" (1786), "Don Giovanni" (eseguito per la prima volta a Praga nel 1787) e "Così fan tutte" (1790), tutte su libretto in italiano di Lorenzo Da Ponte.
Mentre le sue condizioni di salute peggioravano sino a diventare negli ultimi mesi precarie, Mozart componeva nell'ultimo anno di vita gli estremi capolavori: Il flauto magico, opera che maggiormente si riallaccia ai simboli e agli ideali massonici, La clemenza di Tito e il Requiem, una pagina rimasta incompiuta e che il compositore affrontò, nella certezza della fine imminente, come un'altissima meditazione sulla morte.

IL CASTELLO DI HELLBRUNN

Teatro di pietra nei giardini del Castello di Hellbrunn.
É un palcoscenico fatto scavare nelle rocce del monte, nella cava di pietra utilizzata per la costruzione del castello e dell’impianto. Lo scenario naturale immerso in un bosco di faggi è intriso di un’atmosfera romantica e mistica.

La nostra prima tappa è il Castello di Hellbrunn, scelta determinata dalla giornata calda e assolata, pensando ai giochi d’acqua che sono la vera attrazione di questo sito.

Edificata, all'inizio del XVII secolo dall'architetto Solari per volontà del principe arcivescovo reggente von Hohenems, educato in Italia, secondo il modello delle ville suburbane italiane, la residenza era destinata a luogo di svago e di riposo.
All’interno, la sala delle feste è riccamente affrescata sulle pareti e sul soffitto a volta con scene allegoriche. Degne di nota sono anche l'Ottagono, la Stanza del Pesce, la Stanza degli Uccelli e la stanza d'angolo.

Agli scherzi d'acqua sono soggetti, ancora oggi, i turisti in visita al Castello.
La vicinanza al monte Hellbrunn, e alle sue risorse idriche, ispirò l'utilizzo dell’acqua come elemento determinante per la costruzione di giochi d'acqua che, a sorpresa, "rinfrescavano" gli ospiti, azionati da sofisticati ed originali meccanismi idraulici, ancora oggi perfettamente funzionanti. Fra gli scherzi d’acqua più celebri vi è quello che von Hohemens fece posizionare nei pressi del grande tavolo per i banchetti, interamente costruito in pietra e attorniato da numerose sedute: alla fine di ogni pasto veniva azionato spruzzando acqua sui commensali. Con grande divertimento del prelato, unico a rimanere asciutto.


Rientriamo, all'area di sosta dove ci aspetta una cena conviviale a base di affettati, spaghetti, varietà di cibo pronto dai diversi camper, colombe ed ovetti pasquali, e tanta cordialità.

LA CASA DI MOZART E IL DUOMO


La Casa natale di Mozart.
Oggi adibita a Museo.


In basso:
Il Duomo.
La facciata, in stile barocco, è delimitata da due torri campanarie, ciascuna dotata di un orologio.

Venerdì mattina ci accoglie ancora il sole, ma il tempo sta cambiando. Ci avviamo al centro storico, diretti alla Fortezza di Hohensalzburg.

Attraversiamo il ponte sul fiume, passando dalla Salisburgo moderna al centro antico, ed è un’emozione arrivare dinanzi alla casa natale di Mozart, oggi museo, al 9 della Getreidegasse, strada che è il cuore del centro storico, una passeggiata tra storia e modernità, tra negozi d’epoca e nuovi marchi.
Un’attrazione particolare sono le "insegne pubblicitarie", in ferro battuto, dei mestieri affisse sui negozi, dove è riportato il simbolo della merce venduta o fabbricata: pare che fosse non solo un’accurata decorazione, ma anche un’indicazione per le persone analfabete.
Tra vicoli stretti ed eleganti piazze giungiamo alla Domplatz, dove si trova il Duomo dei Santi Ruperto e Virgilio: un capolavoro del barocco ad opera dell’architetto Solari, sul quale domina la Festung Hohensalzburg: simbolo della città, è la più antica e grande fortezza ancora completamente conservata dell’Europa centrale.

LA FORTEZZA DI HOHNESALZBURG


La fortezza di Honesalzburg.
Simbolo di Salisburgo, risalente all’XI secolo, è uno dei complessi fortificati più grandi d’Europa.


Per salire alla fortezza, prendiamo la funicolare, una volta arrivati in cima godiamo di un magnifico panorama dell’intera città.

Lo scopo originario della fortezza era quello di difendere il principato e gli arcivescovi dagli attacchi dei nemici, mai espugnata, oggi è sede di numerosi musei che invitano ad intraprendere un viaggio a ritroso nel passato. Indubbiamente, le Stanze dei principi, vale a dire la Sala dei principi, la Stube dorata e la Sala dorata, sono la parte museale più significativa.

La Sala Dorata, con i suoi portali gotici, le colonne, e il soffitto azzurro a cassettoni con una decorazione che imita il cielo stellato.


DOMQUARTIER


Residenzplatz e fontana della Residenza

Tappa successiva è l’odierno DomQuartier, inaugurato nel maggio 2014: "più che un museo" è lo slogan sul pieghevole preso all’ingresso.
Un unico giro attraverso il cuore barocco di Salisburgo.
Infatti, al di là dell’indiscutibile aspetto culturale, molto stimolante è il percorso storico che si effettua, concernente il periodo in cui Salisburgo era un principato clericale sovrano nel Sacro Romano Impero della nazione tedesca.
Costituito dalla Residenza e dal Duomo, al quale si è aggiunto il Monastero dei Benedettini di San Pietro, il percorso circolare del DomQuartier, effettuato con il necessario aiuto dell’audioguida in italiano, attraversa quelle zone che furono il centro del potere: in poco, si rivivono secoli della storia della città.

Dalla terrazza, uno sguardo alla sottostante piazza del Duomo e il piacere di magnifici panorami su Salisburgo e sui monti della città, ma ancor più suggestivo è stato l'accesso, dall’alto, al Duomo, attraverso il ballatoio dedicato al coro ed all'organo, affacciandosi di fronte all'altare e con una visione ravvicinata dell’elegante cupola.

SALZBURGER NOCKERL


Salzburger Nockerl degustazione della specialità

All’uscita ci accoglie una leggera pioggia, ci fermiamo per il pranzo, che decidiamo di chiudere andando alla ricerca della famosa Salzburger Nockerl, mentre una parte del gruppo si reca a visitare le catacombe paleocristiane all’Abbazia benedettina di St. Peter e la Casa dove nel 1756 nacque Mozart, trasformata in museo dove sono esposti strumenti musicali e cimeli appartenuti alla famiglia.

Ci indicano un ristorante dove la servono: è un dolce che si prepara al momento. Si presenta come un soufflé formato da tre soffici rotondità a punta, sostanzialmente di albume montato a neve, servito caldo con sopra una salsa di lamponi, una spolverata di zucchero a velo: semplice e di sicuro effetto scenografico. Una porzione è stata sufficiente per quattro persone.
La tradizione originale vuole che le tre “cime” del dolce possano rappresentare le montagne che circondano la città austriaca, spesso innevate e lo zucchero a velo identifica proprio la spettacolarità della neve.

Piove e fa freddo, quindi rientriamo, anche perché i musei e similari chiudono, quasi tutti, alle 17.

IL CASTELLO DI MIRABELL


Castello di Mirabell - Sala dei Marmi

Dedichiamo il sabato piovoso alla visita del Castello di Mirabell, il cui nome Mirabell deriva dalla combinazione delle due parole italiane mirabile e bella.

Fatto costruire nel 1606 dal principe arcivescovo Wolf Dietrich per la sua amante Salome Alt von Altenau, da cui ebbe 16 figli, il castello ebbe nel tempo varie vicissitudini, ricostruito infine agli inizi dell’Ottocento, in seguito ad un violento incendio.
Non rimane molto della costruzione originaria: all’interno, la Scala degli Angeli di R. Donner che conduce alla splendida Sala dei Marmi, già sala delle feste del principe arcivescovo, oggi sala per concerti e per la celebrazione di matrimoni.

Il giardino è il richiamo principale con la forma geometrica caratteristica del barocco, orientato verso il duomo e la fortezza.
Da ammirare, il Teatro delle Siepi che è uno dei più antichi del suo genere a nord delle Alpi, e il Giardino dei Nani che risale al Seicento, all’epoca dell’arcivescovo Thun.

Castello di Mirabell - I giardini


LA FABBRICA DI BIRRA


Ci allunghiamo alla fabbrica della Birra Stiegl, dove assistiamo ad un filmato che racconta il procedimento di produzione e fermentazione della birra, visitiamo il museo molto moderno nella sistemazione, facciamo una degustazione, offerta agli ospiti, qualcuno acquista, poi ritorniamo in città.
Ho letto che il credo che contraddistingue questo Birrificio, è “ciò che fai, fallo nel migliore dei modi”: noi del Gruppo Campeggiatori Itineranti crediamo che, anche questa volta, abbiamo fatto, nel migliore dei modi, questo week-end a Salisburgo.


Alla prossima, e grazie a tutti per la compagnia.



foto: mariangela-pio